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sabato 11 gennaio 2014

A proposito di libri...ben venga il brutto per poter apprezzare il bello

Posto di seguito un mio articolo pubblicato il 21 dicembre 2013 dalla rivista on.line "La Mandragola"  http://www.lamandragola.org/?p=1334


Ho scoperto da poco questo blog molto interessante, che mi stimola a fare qualche commento.
Sono d’accordo con lei, Sig. Vladimiro, sull’importanza dei libri per il nostro spirito. Anch’io ho bisogno di toccarli e annusarli quando li leggo. Li devo sfogliare. Li devo sottolineare. E poi mi piace frequentare le librerie: i luoghi dello spirito. Ogni volta resto affascinato e turbato nello stesso tempo perché in presenza di tanti libri, mi accorgo dei miei limiti di lettore. Sono talmente tanti gli stimoli, le copertine, gi autori, i titoli che dopo un po’ avverto una sorta di disagio. Provo le stesse reazioni che a volte, anche una persona esperta, avverte uscendo da un museo dopo aver visto tante opere d’arte, dopo aver ammirato tante bellezze artistiche: sbalordimento, incapacità di ricordare tutto ciò che si è visto, a volte quasi un senso di frustrazione. Sarebbe forse meglio frequentare le piccole librerie, dove esiste un rapporto più diretto con i libri e con gli altri frequentatori.
Ma quali libri leggere?
Seneca, in una delle sue mirabili lettere a Lucilio, scriveva oltre duemila anni fa che bisogna accostarsi sempre ai migliori autori e, se talvolta si vuol passare ad altri, è necessario poi tornare sempre ai primi. Montaigne, il grande filosofo del ‘600, andava oltre, quando affermava che non bastano dieci vite per poter leggere i più grandi (egli si riferiva soprattutto ai testi dell’antichità) e pertanto non bisognava perdere tempo per quelli mediocri.
Però, a volte, bisognerebbe leggere anche qualche libro mediocre, scritto male, insomma un libro brutto. Non mancano. Anzi abbondano. Perché un brutto libro può stimolare più idee di un buon libro, in quanto un capolavoro della letteratura ti lascia senza parole, ti abbatte: libri come “Guerra e Pace”, “i Miserabili” ti fanno sentire piccolo. Di fronte alla grandezza di un Goethe o di Proust, la prima reazione è quella di schivarli, ti accosti a loro con timore e ti senti limitato al confronto.
Invece un testo brutto, come i tanti libri commerciali scritti dai divi della televisione – infiocchettati nelle librerie come strenne natalizie – stimola in un lettore abituato a leggere altro, una straordinaria reazione: ti fa sentire migliore.
Quindi ben venga il brutto per poter apprezzare il bello.

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